Il mais (Zea mays L.) e il frumento (Triticum aestivum L.) rappresentano importanti fonti di cibo in tutto il mondo, prestandosi a diversi utilizzi destinati all’alimentazione sia umana sia zootecnica.
In Italia, il mais è ampiamente coltivato nel Nord Italia, in particolare in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli ed Emilia-Romagna, regioni principalmente dedicate alla filiera zootecnica ma anche alla filiera alimentare, all’industria amidiera e alla produzione di biogas. In particolare, in Lombardia fonti ISMEA riferiscono che nel corso del 2018 sono state prodotte 1,6 mln di tonnellate di mais su 145 567 ettari. Questa coltura è inoltre elemento essenziale per le produzioni alimentari di molte DOP/IGP importanti per dare un valore al commercio del made in Italy nel mondo. La produzione di frumento in Italia si estende su una superficie di circa mezzo milione di ettari. Il frumento è coltivato principalmente nelle regioni dell’Italia Centrale e Settentrionale, dove la Lombardia copre circa il 10% della produzione nazionale. Attività particolarmente intense riguardano in particolare le province di Mantova, Pavia, Cremona, e Brescia.
Negli ultimi anni, e in particolare a causa dei cambiamenti climatici in atto, la resa e la qualità del mais e del frumento sono a rischio a causa di parassiti animali, erbe infestanti e agenti patogeni. Tra i principali agenti patogeni che attaccano la pianta di mais si annoverano i patogeni fungini, i principali dei quali appartenenti ai generi Fusarium e Aspergillus. Questi patogeni possono attaccare diversi tessuti della pianta di mais provocando marciumi, ma è sicuramente la presenza sulla spiga che ne può inficiare la qualità della granella. Alcuni patogeni fungini sono micotossigenici ossia capaci di produrre micotossine, prodotti del loro metabolismo secondario, che possono avere effetti tossici o debilitanti sugli organismi viventi, inficiandone quindi la sicurezza alimentare umana ed animale. A tal fine in molti stati membri della EU sono state messe in atto nuove norme per i limiti consentiti di micotossine negli alimenti e nei mangimi. Le principali micotossine che possiamo trovare nella granella di mais sono le fumonisine prodotte da Fusarium verticillioides e aflatossina B1(AFB1) prodotta da Aspergillus flavus.
Nel frumento la malattia fusariosi della spiga causata da Fusarium graminearum rappresenta un problema molto grave che inficia la qualità e sanità della granella, essendo alcuni ceppi di F. graminearum micotossigenici e responsabili dell’accumulo di micotossine quali deossinivalenolo. Altre malattie fungine importanti per il frumento sono le ruggini, le cui infezioni possono determinare perdite sino al 50% della produzione di granella, a causa della riduzione della biomassa, dell’indice di raccolta e del numero di semi per metro quadro. La difesa fitosanitaria di queste colture mediante l’uso di pesticidi chimici è stata a lungo considerata come l’ultima risorsa per controllare le malattie. L’attenzione posta negli ultimi anni alla sicurezza ambientale e alla salute umana e animale, hanno indotto la ricerca a cercare strategie alternative come l’utilizzo di metaboliti bioattivi vegetali come pesticidi naturali. Uno degli obiettivi della strategia Farm to Fork è garantire una produzione alimentare sostenibile. In una ottica di economia circolare, l’utilizzo di composti naturali estratti da materiali recuperati da attività produttive radicate nel territorio (Brassicaceae e Solanaceae) potrebbero essere un efficace metodo di controllo dei principali patogeni fungini che attaccano il mais e il frumento.